Via dalle biblioteche Wu Ming, Tiziano Scarpa, Pennac, Evangelisti ecc.

"Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini".
Heinrich Heine, poeta tedesco del XIX secolo.
"Oggi è arrivata la lettera dell'Assessore alla cultura della Provincia di Venezia. Quello che sta sopra a tutti noi, in pratica: il grande capo; è stata recapitata all'Assessore alla cultura del nostro Comune e al Direttore della nostra biblioteca. Sono stati loro due a convocarci. Dopo un breve colloquio, nel quale ci è stato detto che non avremmo dovuto fare storie, ci hanno consegnato una lista di nomi, una lista di scrittori. Dai nostri scaffali dobbiamo togliere quei libri che sono stati scritti da chi si trovi in quell'elenco. Non pensavo che questo fosse il lavoro di un bibliotecario. Si parla di migliaia di libri. Non possiamo nemmeno farli sparire un po' per volta così che le persone non se ne accorgano. Non abbiamo tempo. Se non obbediamo ci potrebbero essere delle ripercussioni. Niente più patrocini dalla Provincia per i nostri eventi. Dal Comune lo stesso, e inoltre, i fondi per le nuove acquisizioni verrebbero ridotti, azzerati per la cooperativa che fa il prolungamento dell'orario di apertura: la nostra giunta comunale è dello stesso schieramento politico dell'Assessore provinciale, dello stesso colore buona parte dei comuni che confinano con il nostro. E poi ci sono i sindacalisti della polizia che si sono messi di mezzo, qualcuno in divisa è già venuto a fare domande, a dire che ce la danno loro una mano, con tutta quella carta - basta che ci sbrighiamo. E ci hanno chiesto se siamo amici dei terroristi. Sembra che vogliano estendere questa politica a tutto il Veneto, la Lega e il PdL vorrebbero organizzare dei roghi, nelle piazze, con i libri degli amici di Battisti, come li definiscono loro. Il Mein Kampf sopravviverà a questa epurazione, come le opere di Céline, di Evola... Forse la differenza tra noi e loro sta tutta qui, nella necessita di sapere e ricordare contrapposta a quella di ignorare e cancellare."
Tutto questo non è ancora successo, ma quella descritta nelle righe precedenti è un'iperbole, una distopia: non ci saranno i roghi, ma i magazzini, nella migliore delle ipotesi, il macero nella peggiore. Si chiama censura. Come in Italia non si vedeva da molto tempo.
Infatti, come riporta Il Gazzettino, l'assessore alla Cultura della Provincia di Venezia Raffaele Speranzon, ex AN ora PdL, ha inviato una lettera a tutti i dirigenti delle biblioteche civiche e agli assessori alla Cultura dei Comuni del veneziano nella quale dichiara che le opere degli autori, 1500 in tutto, firmatari di un appello del 2004 per la scarcerazione di Cesare Battisti, non sono più gradite e ne auspica la rapida rimozione. Inoltre Speranzon ha dichiarato: "Chiederò di non promuovere la presentazione dei libri scritti da questi autori: ogni Comune potrà agire come crede, ma dovrà assumersene le responsabilità. Inoltre come consigliere comunale a Venezia, presenterò una mozione perché Venezia dia l'esempio per prima". Solidarietà a questa iniziativa è giunta dal sindacato della polizia Coisp".

Per saperne di più:
Da Venezia partono i roghi dei libri, vogliamo fare qualcosa? Di Wu Ming.
Barbara Spinelli, Bernard-Henri Lévy, la proiezione della stampa italiana.