10 consigli per vincere un poetry slam

Non sono uno slammer eppure ho sempre ritenuto molto importante la voce, in poesia - se vuoi capire se una cosa che hai scritto funziona, leggila ad alta voce, almeno cento volte. Ho cercato di favorire, anche nella mia attività di promozione culturale, i reading poetici, se vuoi conoscere un autore devi sentirlo leggere. Nelle ultime settimane ho cercato di documentarmi, ascoltando ore di registrazioni del LIPS. Sono sempre più convinto che il Poetry Slam sia un'esperienza molto importante e capace di avvicinare alla poesia un pubblico eterogeneo.

Credo, però, che il poetry slam si sia allo stesso tempo ritagliato una dimensione sua propria, e del tutto autonoma dall'universo delle testualità, un contesto espressivo dove alcuni aspetti stilistici sono prominenti rispetto ad altri - questo è dovuto, in buona parte, alle necessità comunicative dello slammer e il pericolo al quale si incorre è che si nullifichi l'estasi, la dimensione del godimento epifanico che è propria della poesia.

Nel seguente elenco ho cercato di definire, con ironia, delle regole da seguire per chi desideri vincere un poetry slam:

1) Evita tematiche engagé, il tuo scopo è l'intrattenimento. Indulgi nei biografismi qualora questi raccontino la straordinarietà della vita ordinaria, vicende nelle quali, ciascuno degli astanti, possa sentirsi coinvolto - parla delle tue sbronze, delle tue storie d'amore, della tua ultima rissa, della tua famiglia, del lavoro, potrai essere sboccato ma suscita pietà in chi ti ascolti, che ti commiserino o che scoppino in una risata fragorosa - l'importante è coinvolgere il pubblico emotivamente e avere il suo sostegno. Parla, dunque, di un due di picche. Evita toni di protesta o di militanza - i rivoluzionari sono passati di moda. Evita quindi politica e ideali, non sono - generalmente - à la page.

2) Esprimiti impiegando lo stesso repertorio linguistico dell'uditorio, il linguaggio letterario è di conseguenza bandito, osteggiato, ogni riferimento storico o culturale superfluo, viviamo nel dopo-storia e nel dopo-politica, fa' in modo di essere percepito come un membro della loro stessa comunità linguistica - le persone sotto i 50 cambiano canale, quando c'è un documentario sulla Guerra Fredda, un approfondimento scientifico o Barry Lyndon; tu dovrai farti partita di pallone o, nella migliore delle ipotesi, commedia brillante.

3) Proponi immagini eloquenti e di immediata comprensione, all'interno del medesimo campo semantico si suggerisce di scegliere sempre il termine di più ampia disponibilità es.: qualora io pensi al generico 'fiore' sarà bene che io adotti il suo iponimo di più frequente utilizzo: 'rosa', ovvero il fiore par excellence, non certo calendula, sorbo o tarassaco. Si ammettono eccezioni quando il nostro fine retorico sia evidente e contribuisca a favorire il buon esito della performance.

Es.: in una birreria sono graditi quei testi dove siano elencate le birre artigianali più popolari e non certo quelle conosciute dai soli mastri birrai - confezionate in remote regioni dell'Indocina o del Sud America, oppure che si parli del luppolo, i cui fiori femminili sono appunto utilizzati per produrre la bevanda alcolica tonificante per antonomasia.
"Ero solo in riva al mare,
all'azzurro mar natio,
e pensavo a te amor mio,
te lontano a villeggiar".
Umberto Saba, "Poesie dell'adolescenza e giovanili", «Il Canzoniere», Volume Primo, Einaudi, 2005, Torino.

4) Chiama le cose con il loro nome affinché il pubblico non sia costretto a un estenuante sforzo interpretativo - evita lo show don't tell, non funzionerebbe. Limita il più possibile l'utilizzo delle polirematiche, delle locuzioni latine, evita i barbarismi qualora questi non provengano da un precipuo registro specialistico, al quale - oggi giorno - ognuno di noi è avvezzo, quello dell'informatica.

5) Sii paratattico ed evita le dislocazioni a sinistra - rompono il ritmo. Che il tuo stile sia piano e comprensibile ai più; ricorri - in modo esclusivo - alle parole d'uso (e consumo) più frequenti nella nostra lingua (sono circa 3-4000!) - non temere il fatto che alcune di queste possano sembrarti logore, abusate - le espressioni del linguaggio giornalistico e del gossip sono rifugio confortevole, dànno riparo; sono consuetudine.

6) Come già accennato, affronta ogni argomento con ironia, affinché gli astanti possano ridere, e ridere, e ridere. Predisponi per l'uditorio frequenti uscite di sicurezza, espressioni che rompano una sequenza malinconica, che questa così degradi e lasci spazio - o si traduca - in qualcosa di leggero, quasi cabarettistico.

7) Abusa delle anafore; consenti all'ascoltatore di disporre spesso di questo saldo appiglio.
"Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente"
Dante, Commedia, Inferno, III, vv. 1-3

8) Non si disdegni la rima, in modo particolare quella facile, per es.: cuore - amore, amare - cantare.
Potreste, facendo diversamente, sembrare un po' snob, dei radical chic.

9) La claque è fondamentale (da claquer, battere le mani producendo uno schiocco), assicuratevi che un furgone carico di amici e conoscenti alticci, pronti a guerreggiare in vostro nome, si presenti allo slam - in questo modo avrete buone possibilità di vincere - nello slam ciò che conta è la risposta del pubblico, se il pubblico dovesse essere composto, per assurdo, in modo esclusivo da persone a voi care, la vittoria sarebbe assicurata.

10) Lo slam è una competizione e come tale deve essere inteso.

10.1) infrangete a piacimento ognuna di queste regole, o più di una, o tutte quante.