Perché non dovremmo mangiare frutta e verdura. Non serve la scienza per capirlo, basta il buonsenso

Sono arcistufo che ogni giorno debbano morire, in gran numero, delle creature innocenti e, tutto questo, a causa dell'ingordigia dei ruminanti. Sono convinto che questo pensiero lo abbiano avuto anche molti di voi - che cosa ci differenzia da uno stelo d'erba, da un albero o da una mammola? Il regno vegetale è pacifico e laborioso. Le piante vivono in modo sano, senza vizi, morigerato; hanno un'alimentazione ricca di sali minerali. Le piante bevono molta acqua, sino a decine di litri al giorno, devono avere reni molto puliti. Stanziali, solo da giovani, quando vanno libere per il mondo, condotte da ogni brezza imprevedibile. Non credo che una mucca potrebbe fare lo stesso, sollevarsi da un prato come fanno le appendici piumose di un soffione. La mucca, al più, muggisce e, se ciò non bastasse, insozza tutto di letame. Il regno vegetale non è rumoroso né violento (anche se esistono delle eccezioni) - e allora io dico: basta mangiare l'insalata, i cetrioli, il finocchi, la soia, gli asparagi o la rucola perché approfittiamo - in modo barbaro - della loro remissività. Le piante sono fragili; inermi. Zucchine; meloni, fragole, arance... Frutti od ortaggi, nessuno di loro è escluso... Preapare mostarde e marmellate è un'atrocità, chi cuocere per ore degli esseri ridotti a pezzi e scorticati. E quando, ancora vive, le verdure, sono messe in fette sulla graticola. Rattrappiscono con lentezza, senza possibilità di fuga per le effimere gioie del palato.